Quei pomeriggi di grazia in cui la citta’ sembra fatta su misura su di te. Neanche un bottone di troppo a stringere il colletto, i denti della cintura che mordono solo il necessario, la lunghezza della gonna che non intralcia i passi ma li rende piu’ leggeri.
Tokyo oggi aveva gli occhi belli e un’espressione piena di luce. Come quando sembra che piova e poi non lo fa e si gioisce della minaccia non concretizzata. Perchè il cielo plumbeo e l’odore della pioggia che non cade hanno per me un fascino non indifferente.
Forse è l’essere semplicemente grati al tempo che si ha a disposizione, forse è l’aria che già profuma d’estate ma oggi pomeriggio ero felice.
Assorta nel lavoro e nei miei ragazzi è passata la mattina. Prima e seconda ora. Una lunga chiacchierata con l’insegnante di spagnolo nel piazzale dell’università e il ricordo delle urla assorte nel kendō stamattina. Perchè la prima ora è faticosa ma ripaga.
Proprio accanto all’entrata del campus c’è la palestra dove i ragazzi la mattina presto, prima dell’inizio delle lezioni, si esercitano nel kendō.
Li senti urlare, le ragazze soprattutto, ed è emozionante immaginarli dentro alla loro armatura (bogu) mentre impugnano il lungo bastone (bokken) con cui colpire l’avversario.
Così a piccoli passi, sbocconcellando i dolcini comprati nella panetteria dentro la stazione, entro nel viale di ciliegi dell’università e, per l’ennesima volta da anni a questa parte, mi sento sfacciatamente fortunata.
Pranzo al mio solito caffe’ perchè lì mi rilasso e poi di ritorno a Kichijoji per cercare una concentrazione che oggi sembrava proprio non baciarmi. Ma poi è arrivata ed ho reso il tempo produttivo.
Studio e un po’ di scrittura perchè se non vado avanti col racconto non mi sento bene.
E poi le strade di Kichijoji per una passeggiata di quelle che mi capitano raramente da quando c’è la Gigia. Perchè voglio correre da lei e lasciarla meno tempo sola ad aspettare. Ma la Gigia ora è dai nonni e torna dopodomani e il tempo è tutto per me.
Il pomeriggio a Kichijoji, sì. La passeggiata durante la quale ho incontrato il nuovo libro della mia scrittrice preferita negli scaffali di una libreria, ho affittato “Mangia, prega, ama” da Tsutaya e poi ho comprato linguine e spaghetti tornando verso il parcheggio delle bici.
Un nuovo negozio ha aperto su Nakamichi ed è colmo di colori. Vende articoli per la casa e noi, che abitiamo in un piccolo appartamentino, manchiamo di spazio per poter godere dello “shopping delle cose”.
Mi basta cercare e trovare la macchinetta fotografica tra le branchie della borsa, spingere due tasti e scattare. E quelle cose sono mie, senza spazio da occupare.
*In foto ancora Kamakura, poi Kichijoji (un pachinko che si chiama “Palazzo”), una fotografata di kendo trovata su questo sito e il nuovo negozio di Nakamichi.
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