Thai Boxe ad Ariake.

Alcune settimane fa, grazie all’invito di un caro amico che aveva a disposizione due biglietti omaggio, sono andata a vedere la Thai Boxe all’Ariake Colosseum.

Ariake 有明 e’ una delle zone “nuove” di Tokyo in cui ho l’impressione che, a meno che non si abbia uno scopo ben preciso, raramente si vada a passeggiare.
E’ piena di palazzoni fitti fitti di appartamenti e di edifici che hanno un che di futuristico.

Mentre ci affrettavamo verso il Colosseum, dove si sarebbero tenuti gli incontri, ha iniziato a cadere la pioggia e il cielo si e’ fatto mano a mano piu’ scuro.

Una volta ad un simile invito avrei risposto:
“no grazie”
“scusa ma mi impressiono”
“a me la violenza non piace”
“la boxe e’ solo darsi pugni” ecc.

Per la stessa ragione per cui ho imparato a guardare con piu’ attenzione e ammirazione i lavori degli altri, questa volta non mi sono tirata indietro.
Ed ho fatto bene.

Perchè ho avvertito tanta passione nelle movenze degli atleti, mentre la musica scorreva in sottofondo e loro continuavano a danzare sul ring.
Ci sono vite dietro ad ogni scelta. Ed uno sport portato ai massimi livelli è una scelta. Un lavoro a tempo pieno. E merita rispetto.
Ed è persino un piacere guardarli. Perchè il dolore ed i calci sono calcolati, e fanno parte del “gioco”.

Le luci di scena che scendono oblique dall’alto.
Un calcio appena assestato.
Uno che è pronto a partire.

Insonne mi rigiro nel letto. Esco dal letto.
Domattina la sveglia è alle sei.
Temo stanchezza. Ma sarà ancora vacanza, questa volta con Ryosuke, con l’8. Con il mio tutto.

Arriviamo Trieste, arriviamo Verona. Milano, Cernobbio!

Commenti, reazioni e nuove partenze

Grazie a tutti dei bellissimi commenti qui e su facebook. Messi tutti insieme esprimono diverse facce di una stessa opinione ovvero che l’Italia funziona a singhiozzo ma è così bella che si fa perdonare tutto. Che i treni richiedono un 「心の準備」 ”kokoro no junbi” (lett. “preparazione del cuore” = una preparazione psicologica) ma che i giapponesi amano così tanto il nostro paese che gli perdonano ogni “scorrettezza”. Ed è così.

I suoceri gioiscono di ogni angolo di Roma ed io con loro. Era tanto che non assaggiavo così tanto entusiasmo e la Capitale sta dando il meglio di sè. La socialità nelle strade e nei negozi, il cielo terso e blu. I monumenti che resistono agli sgarbi (tanti ahimè) dei turisti usa-e-getta. I genitori di Ryosuke si sorprendono di piccole cose che spesso non noto e questo arricchisce il mio sguardo.
E penso non dimenticherò mai la loro commozione nel mangiare il primo gelato italiano… ^^

Intanto da Tokyo Ryosuke gestisce la pagina facebook e nel frattempo studia l’italiano ^O^
Grazie a tutti della splendida partecipazione!

Domani Firenze. Poi sarà Siena. Venezia. E si tornerà a Roma. Fino ad allora. またねー!

Laura

*Ancora lui, l’amato artista Mick Ryan
.
.
.

Del kawaii e del "Diamoci la mano"

Lunedi’ scorso, nell’antica giocattoleria di Ginza, sotto al bancone delle casse, ho trovato attaccato questo poster, stranamente pieno di キャラクター (personaggi) giapponesi, francesi, tedeschi, russi ecc. che si possono trovare praticamente su ogni gadget per bambini e per adulti con il senso del かわいい (kawaii, carino).

Il Giappone e’ famoso per la suddetta filosofia che spesso stupisce e confonde gli stranieri che prendono i giapponesi per eterni bambini, adulti con un che di infantile. Personalmente ho cambiato opinione con il passare degli anni. Prima ne ridevo (ed ogni tanto, lo ammetto, ne rido ancora) ma senza piu’ il peso del giudizio.

Aggiungere qualcosa di grazioso alla vita quotidiana, piccolezze che strappano un sorriso, credo sia assolutamente delizioso. Mi stupisco, piuttosto, di chi considera il mondo degli adulti necessariamente separato da quello dei bambini. Creando una profonda cesura tra l’eta’ adulta e l’infanzia ho l’impressione che ci si perda qualcosa.

Tornando al poster, comunque, quando sono tornata a casa mi sono collegata al sito internet segnalato in basso a destra sull’illustrazione e ho scoperto che, nonostante di solito tra i vari personaggi e mascotte vi sia una forte competizione, per dare coraggio ai bimbi e riportare loro il sorriso dopo la tragedia dell’11 marzo, tutti si sono dati la mano ~~~ Da questo concetto, dell’unione e della collaborazione e’ nata questa iniziativa.
Il titolo del poster, infatti e’ 「てをつなごう」 “Diamoci la mano”.

Sul sito web (http://www.teotsunago.com/) e’ possibile scaricare i poster in varie dimensioni, leggere i messaggi di incoraggiamento e trovare importanti link per le donazioni. Le indicazioni sono sia in giapponese che in inglese ^o^
.
E voi, del “kawaii” cosa ne pensate?
.

 

Di Ginza, dello shinkansen e dei riflessi

Città che cambiano faccia dalla domenica al lunedì. Si truccano un po’ meno, si lasciano andare e poi tornano a fare il proprio lavoro con un pizzico in più di austerità. E’ questa la sensazione che provo ogni volta a Ginza, la cui strada principale viene chiusa al traffico nei giorni festivi.

Oggi, con la famiglia di Ryosuke, appuntamento a Shinbashi 新橋.

Mi incanto dentro alla stazione a guardare un signore che apre con la sua magica chiavetta il cartellone – vuoto – destinato ai poster e ve ne inserisce dentro due. Uno da destra e l’altro da sinistra. Immobile, da dietro, a guardarlo muovere mani, prendere oggetti, srotolare, inserire, aprire, chiudere. Avverto un fascino immenso nell’osservare i “retroscena” della mia quotidianità, quei lavori “invisibili” di cui si è abituati ad osservare solo il risultato. Il prodotto finito. L’ovvio è di per sè banale. Osservare poster in stazione, nei treni, per le strade lo è per necessità. Ma poi vedere un uomo in divisa partire dagli ingredienti e cucinare con lentezza e precisione quell’ovvio risultato lo priva, come per magia, dell’ovvietà. E diviene speciale. Regala un “nuovo sguardo”.

Usciamo dalla stazione con quei preziosi minuti di ritardo e ci sono la suocera ❤, la sorella di Ryosuke e la nipotina ad aspettarci. 「お待たせしました」, “Scusate per l’attesa”. E si parte. Per 博品館 (Hakuhinkan) uno dei negozi di giocattoli più antichi di Tokyo, camminando verso Ginza. Il sole che picchia, il sole che scalcia. E mentre attendiamo al semaforo mi volto verso la stazione e vedo passarvi sopra uno shinkansen 新幹線. Bianco e con il suo muso allungato e tante piccole finestrelle, una dopo l’altra. Tiro fuori la macchinetta e lo “prendo giusto giusto per la coda”.

Il negozio di giocattoli a cinque piani è una meraviglia. Saliamo in ascensore e scendiamo, girore per girone, a piedi. L’occhio è conteso da mille cose. Si pensa al viaggio in Italia che ci attende e ai regalini che la sua famiglia vuole portare alla mia. Si pensa a quellao che sarà il miao nipote. Perchè ancora non si sa, ma già non vedo l’ora di di viziarlao.

Infine usciamo, passegiando per le strade altissime di Ginza. Mi incanto ancora una volta. Ma questa volta di fronte ai riflessi delle vetrine. Delle vetrate. Perchè in un solo sguardo si vedono due mondi. Quello dentro e quello fuori.

Una pausa in un caffè, per prendere fiato e poi di nuovo a picco nella città. Nel quartiere di Ginza che, in quanto ad eleganza, non ha pari.

Stanca per un lavoro certosino da finire, per i preparativi per l’Italia da iniziare, per le meraviglie che mi sta offrendo quest’estate giapponese. Più tempo, voglio più tempo!

Un tocco di colore~ Shinjuku & Kichijoji

Giocando con i colori.
Shinjuku, ieri sera, a cena con una collega ed amica davvero speciale. Atmosfera leggera che lascia spazio agli occhi, alle orecchie e alla bocca. Una serata da ricordare.
E dal cinquantesimo piano di un grattacielo guardare la citta’ mutare colore. Notiamo che il paesaggio notturno di Tokyo e’ piu’ scuro di cinque mesi fa, prima del disastro dell’11 marzo 2011. Ma non intacca neppure di un po’ la bellezza del paesaggio urbano della metropoli.

Ci sorprende un matsuri balinese sulla via.
E poi chiacchiere di musica, di Italia, di Giappone e di conoscenze comuni. Delizioso shabu-shabu e tante fotografie per ricordare.

1. Uscendo dalla stazione di Shinjuku, uscita Ovest della JR. Il caratteristico grattacielo “Cocoon” コクーン di 50 piani che ospita una scuola di moda, di design e di medicina.
Il blu del cielo e il giallo dei riflessi. 色で遊びました~☆

2. Come un giocattolo… ^o^~☆
Tornando in bicicletta, un angolo di strada e una lavanderia. L’asfalto bagnato e il cielo ormai terso. Decisamente un’altra Tokyo.
(Kichijoji, agosto 2011)

.
.
.
.