Tramonto tokyota I

Poco di mezzora al tramonto. Infilo di corsa i libri, il computer e il dizionario nella borsa. Mando giu’ l’ultimo sorso di “caffe’ cioccolata” nel bicchiere e, uscendo dalla panetteria e inforcando la bici, concordo ancora una volta con il mio corpo che questa e’ una giornata troppo calda per essere di fine ottobre. Un giorno da maniche corte e sandali.

Pedalo in fretta, manca poco al tramonto. E sul lungo ponte di ferro che collega i due lati nord e sud della ferrovia, voglio salire prima che faccia buio.
E’ un punto elevato da cui osservare un pezzetto di Tokyo e guardare sotto i treni sfrecciare. La linea Chuo. La Tozai. La Sobu.

A volte vi trovo studenti seduti a terra, appassionati con grosse macchine fotografiche, bambini con le mamme. Tutti guardano giu’ oltre la gabbia di ferro che si alza su entrambi i lati del ponte, indicano i treni, li fotografano. Oppure guardano in alto. Il cielo cambiare colore.

Il sole si fa rosso. Vedo finalmente il tramonto che cercavo. Ma non solo. Ci sono anche stormi di uccellini che si posano sui pali della luce, sui fili di collegamento.
Ed ogni volta che passa un treno si alzano in volo e cambiano ancora una volta posizione.

*Foto scattata stasera. Alle 17 circa.

La pasta in Giappone.

Oggi in Giappone (ma anche in tutto il mondo) e’ il giorno della PASTA
「世界パスタデー」

Fin troppo facile festeggiare questa giornata per chi e’ in Italia.
Anche in Giappone, pero’, il consumo di pasta e’ molto elevato e i ristoranti italiani sono, tra quelli specializzati in cucina internazionale, i piu’ popolari in assoluto (insieme a quelli cinesi).

Tuttavia e’ bene prepararsi anche a rivisitazioni orientali della nostra pasta, senza impressionarsi troppo di fronte ad abbinamenti che per noi sarebbero impensabili.

L’importante, come sempre, e’ essere aperti alla scoperta, lasciar da parte i pregiudizi e tentare la pasta made in Japan.

Alcuni sughi vi piaceranno, altri meno, altri affatto ma e’ bene ricordarsi che dietro ad ogni piatto c’e’ il lavoro di qualcuno. A volte ristoratori appassionati che tentano di scovare nuovi sapri.
E questo spirito in cucina (come in letteratura e come in ogni altro campo) e’, a mio parere, fondamentale.

*In fotografia un piatto di pasta made in Japan ^^. Buonissimo!

Uno scatto. Harajuku.

Uno scatto d’estate. La luce che intralcia lo sguardo.

Ombre lunghissime.

Un utsuwa per difendersi dal sole.
Nonostante gli occhiali da sole.

Lei che fruga nelle sue buste dello shopping. Capelli lunghi. Tinti. Gialli.

Lui con una maglietta di wrestling americano.

Una bellezza forse dozzinale. Nella sovrapposizione di forme e colori.

Ma Harajuku è anche, forse soprattutto, questo.

Delle fermate intermedie e delle piccole scoperte

Dei tanti programmi, uno. Il sabato mattina sulla Nihon Television.
「ぶらり途中下車の旅」 (Burari tochu gesha no tabi)

Ogni settimana viene scelta una linea tranviaria del Kanto e un tratto da percorrere. Un personaggio dello spettacolo, di volta in volta differente, fa da cicerone al piccolo viaggio di scoperta che lo attende.

Il programma si basa sull’idea di scendere alle stazioni intermedie. Ad esempio, si decide di prendere la Linea Inokashira che da Kichijoji porta a Shibuya e viceversa? Ebbene, si scendera’ ad una stazione che non si è mai visitata, saltando invece quelle più famose e frequentate. Perdendosi per le stradine di un quartiere di cui si è fino ad allora sentito annunciare solo il nome.

E così si uscirà a quella stazione sconosciuta. E, spinti da curiosità, ci si soffermerà su un’insegna, sul volto concentrato di qualcuno, si leggerà tra le righe di un menù e da lì inizierà lo stupore. Perchè basta fare una domanda. “Cosa significa…?”, “Che lavoro fate?” “Esattamente qui cosa vendete?” “Come mai…?”
Ed è incredibile quante meraviglie celino le strade di “anonimi” quartieri.

A guardarlo questo splendido programma, così semplice ma sorretto da un’idea geniale, viene voglia di fermarsi. In movimento verso la propria meta. Viene voglia persino di cambiarla quella meta. Spezzettarla e rendere IL viaggio TANTI viaggi. Parcellizzando. Duplicando. Triplicando.

Tokyo è immensa. Impossibile percorrerla tutta. Ma vale la pena di fermarsi. Di non giungere sempre a Shibuya o a Kichijoji. Vale la pena di saltare Shimokitazawa. E andare alla scoperta di quartieri sconosciuti.

E si può applicarlo ovunque questo gioco dello scendere “alle stazioni intermedie”. Non serve che sia Tokyo. Neppure che sia Kyoto. Può essere Roma, Milano. Può essere New York o Barcellona. Lisbona, San Francisco, Berlino. Ma anche Syracuse, Torino, Latina o Reggio Calabria. Ma anche…

°In foto la mia amata Kichijoji e l’illustrazione del programma

Oggi che giorno è in Giappone? 10/20

Oggi in Giappone è il giorno dei CAPELLI
「頭髪の日」

Questa data è stata stabilita dalla Japan Hair Science Association perchè esistesse un giorno in occasione del quale poter dedicare maggiore attenzione ai propri capelli.

Un gioco di parole vuole che il venti ottobre, infatti, si legga in giapponese TOU (10) HATSU (20). Ovvero: 頭髪 (とうはつ)che significa appunto “capelli“.

In questa stagione in cui i capelli cadono in grande abbondanza, reduci dalla violenza del sole d’estate, questo giorno è un toccasana per non dimenticarsi di prendersi cura della propria chioma.

*In fotografia un poster pubblicitario della nota marca giapponese di prodotti per capelli TSUBAKI della Shiseido. Immagine scovata qua