Lo stavi scrivendo per te
Mi ringraziavano, infine, rendendomi fiera di un’idea se vuoi anche banale, ovvero che esista nel ricordo (che prende per mano l’immaginazione) una possibilità concreta di comunicare con chi non c’è più.
Che è donare la parola, l’amore. Più ancora che riceverlo.
Che non serve per forza una risposta alle nostre domande.
Che serve anzi ricrearla da sé quella risposta. Perché se abbiamo amato abbastanza qualcuno, vuol dire che quel qualcuno lo sapevamo anche un poco a memoria.
Quanto ironica può essere la vita – mi dico infine. Vedi Laura? Questo libro, in fondo, non lo sapevi, ma lo stavi scrivendo anche per te. Per tenerti per mano più avanti, quando fosse arrivato questo momento.
E mi faccio persino un po’ tenerezza.
Per un po’ non ne parlerò, ma tenevo a ringraziarvi dei pensieri e della delicatezza in queste ultime settimane.