L’ESODO DELLE VONGOLE
Per fortuna stamattina, allungando il pc a Ryosuke affinchè controllasse le news del corriere al posto mio (evitandomi così potenziali arrabbiature di prima mattina), ho scoperto che l’argomento piu’ ghiotto non è più il Giappone. E’ scalato al terzo posto e i giornalisti, forse infastiditi da questa benedetta centrale che non si vuole decidere a scoppiare, scatenando così la tanto agognata apocalisse (termine più e più volte sfruttato dalla stampa per descrivere la situazione nel Sol Levante), hanno per il momento spostato l’attenzione sulla Libia e sulle questioni di politica interna.
Una sveglia, quindi, votata all’ottimismo.
Adesso sono alla scuola di lingue dove insegno una volta a settimana da un anno e mezzo circa. Un’isola di italianità che mi dà, forse ancor più dell’insegnamento universitario, la possibilità di ascoltare i racconti della gente, di godere di un contatto più personale con gli studenti e di conoscere piu’ da vicino questo popolo meraviglioso.
Ho visto le crepe sulle pareti (poche per fortuna) che ha causato il terremoto ma ho incontrato anche i miei colleghi, tutti positivi, che mi hanno raccontato come stanno vivendo questi giorni e i black-out vari. Sara e i suoi petauri, Carla che mi narra di quel pomeriggio quando erano a lezione ed e’ iniziato il terremoto, l’ordinata fila per uscire in strada e l’asfalto che ondeggiava. E c’è anche chi, con tanta ironia, ammette di aver avuto timore per alcuni giorni di farsi la doccia per via delle scosse.
Siamo andati a pranzo al ristorante italiano e Marco ha constatato la tragedia, la vera apocalisse: L’ESODO DELLE VONGOLE. (vedere la foto per credere!). Dal suo piatto di linguine erano fuggite, il guscio a testimoniare la disdetta, la disfatta…. l’ESODO!!!
Eccolo il prossimo titolo per le pagine dei quotidiani. ^o^
Che faremo se anche le vongole scappano da Tokyo?
Saranno scappate dopo aver letto alcuni quotidiani italiani, per la serie “Terremoto e Tragedia” (Attila docet!).
Bello il tuo blog, mi fa sentire a Tokyo, e per me non c’è cosa più bella.
Laura
Ciao Lauretta, scrivo giusto per farti sapere che spesso ti leggo anche qui. Sicuramente è una fonte d’informazione più veritiera di tanti pseudo-articoli che si trovano sulle nostre “rinomate” testate online.
Un abbraccio
Avranno ricevuto la chiamata disperata dell’Ambasciata Oceanica. Ma loro, a differenza del coraggioso pizzaiolo Peppe, non ci hanno pensato un secondo di più e sono scappate…
😉
Questa ventata di positività è una boccata di ossigeno anche per chi legge questo bellissimo blog. Anche a me sembra di essere lì con te.
@ Laura, potessi manderei il plotone sgangherato di Attila nelle redazioni dei quotidiani italiani. Terremoto e tragedia… e apocalisse! ^^
@ Valerio, la vostra lettura mi spinge a scrivere. Non mi leggeste, non scriverei questo blog. Grazie quindi di leggermi e di commentare. Un abbraccio stritoloso a te e ala Ile.
@ Marta, vero! Credo che la Alivongol le abbia tutte trasportate sane e salve in acque piu’ calme. Forse persino gratuitamente!!!
@ Patty, spero davvero di incontrarti (anche) qui un giorno, quando l’emergenza rientrera’. Ti prometto di accompagnarti anche al concerto di Ayumi!!!
ahahahahahahahah