Kaze tachinu, ‘Il vento si alza’. L’ultima opera di Miyazaki Hayao
“S’alza il vento, bisogna tentare di vivere”
Paul Valéry
“Kaze tachinu”, l’ultimo lungometraggio di animazione diretto da Miyazaki Hayao, prende il nome dai versi di Paul Valéry, citati in apertura dell’omonimo libro dello scrittore Hori Tatsuo (1904 – 1953). Questo testo, insieme a “Zero sen – sono tanjo to eiko no kiroku” di Horikoshi Jiro (1903 – 1982), costituisce il riferimento letterario del film che, per la prima volta nella vasta produzione del regista giapponese, si ispira a un personaggio realmente esistito.
Egli ha sovrapposto la vita del famoso ingegnere Horikoshi Jiro a quella di Hori Tatsuo e ne ha tirato fuori “Jiro”, il protagonista.
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Non c’è dubbio, “Kaze tachinu” non solo non è un film per bambini ma, forse, non è neppure un film facilmente esportabile all’estero.
Si tratta di una pellicola intensissima dentro cui Miyazaki Hayao getta molte, moltissime tracce, così tante che si fatica persino a seguirle tutte, almeno nel senso occidentale del termine (che vuole cioè che ogni tema venga approfondito a sufficienza da risultare al pubblico di facile comprensione e dotato di un suo chiaro inizio e di una sua altrettanto precisa fine).
Ed il messaggio, solitamente evidente nei suoi film (che sia ecologico, sentimentale, sociale o altro), qui non appare nè univoco nè definito.
Tra i vari filoni narrativi, preponderante è quello che narra la vita del protagonista, Jiro, la cui esistenza è tutta incentrata sull’inseguimento di un sogno immenso – quello di costruire un “bellissimo aereo” 「僕は美しい飛行機を作りたい」– , sulla dedizione e sulla passione smisurata che egli nutre per la progettazione dei veivoli, sul solidissimo sistema di valori che possiede e che fa di lui non solo un geniale ingegnere ma una grande persona.
Vi si intreccia poi il più esile ma resistentissimo tema dell’amore che, come un’aquilone, rimane impigliato alla vita di quest’uomo gentile e ne fa un individuo ancora più consapevole: quando si è trovata la persona giusta, sembra suggerirci, la durata non conta. Giorno per giorno, tenendosi per mano, si procede e si cura ogni ora, ogni minuto che ci è stato donato da trascorrere insieme.
È anche la storia di un Giappone che fatica a raggiungere l’Europa, che l’insegue e non si arrende. Il periodo subito antecedente alla seconda guerra mondiale fa da cornice e sfondo a questa storia individuale e insieme corale, raccontata con un amore che mai, forse, avevo percepito così forte nelle opere di Miyazaki.
Vi si avverte la voglia del regista di dire ancora di più, di raccontare la forma dei desideri di alcune persone e di una nazione, di come un sogno investe un ragazzino e lo trascina verso il suo destino, di come una bambina trasformatasi in adulta non smette di lottare, cresce con la preghiera di un incontro e affronta la malattia con la caparbietà che solo una donna innamorata sa possedere.
La sospensione in “Kaze tachinu” resta, ma il sogno è esaudito, l’amore è conosciuto, la bellezza sempre percepita.
Visivamente “Kaze tachinu” è d’una bellezza che toglie il fiato. Miyazaki disegna paesaggi di un Giappone che la città oggi ha forse perso ma che cova ancora in provincia, sguardi di un paese estremamente povero che cerca in tutti i modi di accelerare il passo per non rimanere indietro. Una sensazione, questa, che solo il sud-est asiatico e forse la nostra Europa dell’est è in grado di comprendere a fondo. Rincorrere chi è avanti senza però perdere se stessi e la propria identità, guardare al futuro senza gettare via il passato, ciò che procede a passo lento è complicato. Ci vuole coraggio e genio, ma ci si può riuscire. I riferimenti a questo tema sono disseminati in tutta la pellicola e costituiscono una traccia sotterranea imprescindibile dal resto.
La varietà del disegno oltretutto è impressionante. Miyazaki ci mostra Tokyo, Nagoya, Karuizawa, la Germania prebellica, treni, abitazioni squisitamente giapponesi (dove verrebbe voglia di trasferirsi immediatamente), campagna e città, interni di aerei, alberghi, studi di progettazione, portaaerei etc. etc. Si resta rapiti, incantati.
Gli effetti sonori sono degni di nota. Il terribile terremoto del Kanto, l’elica degli aerei sono resi nel suono da voci umane. Ogni dettaglio è curato, ogni disegno raggiunge la perfezione, ogni suono architettato. Lo spettatore, al di là della comprensione profonda della storia e del finale, non potrebbe mai restare deluso.
La dimensione onirica è assai presente in questo film. Nei sogni, tra l’altro, compare un mentore tutto italiano, Gianni Caproni, che guida Jiro dall’inizio alla fine della sua avventura, fino alla realizzazione del sogno.
Arriverà la guerra ma essa non è protagonista. Per Jiro ciò che conta è il “bellissimo aereo” che vuole far volare, solo quello.
Del resto, come viene chiaramente scritto dal produttore Suzuki Toshio nel libricino che ha accompagnato l’uscita del film nelle sale:
「戦闘機が大好きで、戦争が大嫌い。駿は矛盾の人である。」
“Miyazaki ama gli aerei da guerra, ma detesta profondamente la guerra. Hayao (Miyazaki) è un uomo pieno di contraddizioni”
*Le immagini sono tutte tratte dal libricino suddetto e qui sotto trovate la canzone che accompagna il film.
**Ho volutamente eliminato dati troppo precisi della trama onde evitare di togliervi il piacere della visione. Gli spoiler non sono mai apprezzabili.
Incredibile! Aspetto con l’ansia l’arrivo in Italia!
Quetsione di tempo e arrivera’ di sicuro. Mi raccomando ANDATE A VEDERLO AL CINEMA!! ^o^
Ho l’enorme fortuna di abitare proprio sopra uno dei cinema che qui a Roma passa TUTTI i film dello Studio Ghibli in uscita. Mi sono ripromessa di non perderne piu’ nessuno.
Susita
Certamente cara, come sempre 🙂
Grazie per questa interessante, approfondita ed ed esaustiva recensione. Se possibile, adesso sono ancora piu’ impaziente di vederlo! 🙂
Bene bene, accrescere l’impazienza era il mio scopo 😀
Direi che ci sei riuscita perfettamente! 😉
Sono certa che arriverà anche questo film in Italia. Anche se è così profondamente nipponico sono sicura che lo vedremo anche qui da noi. Incomincio a fare scorta di fazzoletti nel frattempo. Grazie grazie grazie per questa bellissima recensione <3
Voi che conoscete il Giappone e ne studiate la storia non avrete problemi. Gli altri, temo, non lo capiranno moltissimo… ma magari puo’ essere lo spunto per approfondire, chi lo sa! ^o^
Grazie per questa bella recensione. Sembra che Miyakazi sia un amante del nostro paese, dopo Porco Rosso, un altro film dove ci sono aerei e personaggi italiani. Magari potrebbe servire anche a noi, per ricordarci come una volta eravamo all’avanguardia e proiettati verso il futuro…
Un commento acuto, Claudio. Mi unisco al tuo “magaru”. Spesso noi italiani abbiamo la brutta tendenza a denigrarci spontaneamente e a non valorizzare il nostro enorme (ed invidiaile) patrimonio culturale e soprattutto umano.
Speriamo che possa sbarcare anche qui da noi, cn la tua descrizione mi hai fatto venire un’incredibile voglia di vederlo!!
Arrivera’ arrivera’! Miyazaki diventa sempre piu’ famoso per fortuna!
Bellissima recensione! Sono sicura che anche quest’opera di Miyazaki sarà degna del suo nome! Ogni suo film è capace di regalare sempre qualcosa di molto profondo! Speriamo di vederlo presto anche in Italia!
Grazie Lety, gentilissima come sempre.
Non rimarrai delusa, ne sono sicura!
Grazie, bellissima recensione. Miyazaki non delude proprio mai (e neanche tu)!
No, lui non delude mai. Io chissa’ 😛
Tu no di certo, NW ne e’ per me la testimonianza piu’ lampante. 🙂
Quoto Silvia, tu non ci deludi mai, come Miyazaki!
Ma… tra i doppiatori c’è Hideaki Anno? Questa cosa è davvero… strana? fika? LOL? 😀
Verissimo! Abbiamo visto un piccolo documentario la sera prima dell’uscita in sala in cui Miyazaki Hayao con il suo staff si chiedevano chi contattare per le audizioni. Venne fuori l’idea di Anno cosi’, per caso, perche’ ha – a loro detta – una voce stranissima 🙂
Il regista di Evangelion e’ rimasto sorpresissimo ma ha detto “Come si fa a dire di no a Miyazaki Hayao?!”.
Il Maestro diceva inoltre di essere stanco di voci stereotipate, tutte concentrate sulla recitazione e non sulla parola, sull’emozione autentica. E quindi… ^o^~
Caspita deve essere davvero un capolavoro…lo andremo a vedere sicuramente, come sai ho un interesse particolare per la storia, e mi sono calato ormai in quella giapponese ed il XX secolo che per tutte le nazioni è stato secolo di grandi cambiamenti qua lo è stato ancor di più … tra che gentilezza e rigore le due facce che contraddistinguono il paese del sol levante…Buona domenica!
Grazie Laura, ero in trepidante attesa della tua interessantissima recensione, ora attenderò con ansia che questa opera arrivi anche qui da noi. Ho voglia di stupirmi ancora una volta, dei disegni del maestro, delle musiche che accompagnano le sue storie, del ritmo con cui si susseguono le vicende che è tipico del grande Miyazaki. Grazie ancora!!
Il primo giorno che uscirà al cinema, io ci sarò!
da ghibliano doc ho letto in apnea le rece, trovandola sublime, e’ stao colto lo spirito del film…non vedo l’ora di vederlo tra 2 settimane…
il tema della guerra e delle sue aberrazioni lo ha già magnificamente trattato in “una tomba per le lucciole” (1988) è il suo film migliore a mio parere; attendianmo con ansia il nuovo capolavoro!
Bellissimo e significativo come sempre, è un grande!!
Da come ne parli sembra davvero bello, tra l’altro sono una fan dello studio Ghibli perciò non me lo perderò di certo! Speriamo arrivi presto in Italia 😀
Ciao, scusa ma la traduzione non sarebbe “il vento NON si alza?” O.o
No, Victoria, ti confondi 🙂
Il giapponese e’ ancora piu’ complesso di quel che crediamo noi.
Quello che non capisco è questo farsi avanti della Walt Disney, il film di miglior qualità della quale non sta alla pari col minore dello Studio Ghibli. Ecco, la Walt Disney fa film per ragazzi, Miyazaki fa doni all’umanità.
D’accordo al 100%. No, di piu’!
Che bella recensione Laura, l’ho letta tutta d’un fiato. Stasera salvo contrattempi vado a vederlo anche io, sono piena di aspettative, del resto Miyazaki non mi ha mai delusa, nemmeno una volta.
Non accadra’ neppure questa volta, ne sono sicura. 🙂
Compra il パンフレット (pamphlet) fuori dalla sala. Costa 600 yen e li vale tutti. Un abbraccio e buona visione!!!
adoro il tuo Blog. tutto qui, grazie.
partono i lucciconi… attenti
oggi sul corriere 😉
http://leviedellasia.corriere.it/2013/08/07/miyazaki-pacifista-o-nostalgico-il-turbolento-volo-del-nuovo-film-verso-venezia/
Grazie della segnalazione!
Ciao Laura!! Ti seguo sempre e sei veramente bravissima!! Anche se questa è la prima volta che commento (^o^) Ogni volta che leggo un tuo post i brividi sono assicurati!! Volevo chiederti una cosa un pò personale e non voglio farlo pubblicamente.. Dato che di siti non me ne intendo quasi per niente c’è una ” sezione ” dove io possa scriverti privatamente?? 🙂
Ciao Alessia! 🙂
Una sezione c’e’ ma su facebook… in caso accennami molto in generale (tale da non turbare la tua privacy) la cosa qui e vediamo come fare. Un abbraccio, a presto! L.
Sarò ignorante ma non trovo la sezione manco su fb -_-” Vabbè..
Volevo sapere di te.. Come, quando e perché.. Lo so non è molto preciso 🙂
Ahaha 😀
Se vuoi sapere di me l’attesa e’ breve. A settembre lancio il nuovo sito e vi sara’ una sezione in cui mi presentero’ un po’ meglio. Poi a febbraio, con l’uscita del libro, immagino verranno fuori sempre piu’ cose…
Anche se sono certa che il mistero mi manchera’. 🙂
Un bacio! L.
Allora attendo con ansia!! (^_^)
Anche noi di Memorie di una Geisha, multiblog su wordpress, abbiamo celebrato questo tragico evento con piccole poesie a tema (haiku etc)e col nostro film, per non dimenticare…
http://eueufemia.wordpress.com/2013/08/11/hiroshima-il-film-con-i-nostri-versi-6-agosto-2013/
Eueufemia, grazie della segnalazione. Ti invito pero’ a riprovare ad inserire il commento sotto al post in modo che chi e’ interessato possa accedere anche al vostro bel link! 🙂
Un saluto, L
Perdonami se ho messo qua il commento che andava sul post di Hiroshima, ma non sono riuscita assolitamente a commentare; non accettava i miei dati.
Grazie
Eufemia Memorie di una Geisha
http://eueufemia.wordpress.com/
Non ti preoccupare, resta sempre valido!
In questi giorni alla Mostra del Cinema è stato proiettato “Si alza il vento” in originale con sottotitoli italiani. È in concorso. Confermo la grande bellezza del film. Recensioni molto positive sui quotidiani italiani. La sala (Palabiennale) era strapiena, grande coda già un’ora prima della proiezione. Come si legge qui, il film è molto stratificato: pieno di riferimenti non solo storici ma anche letterari. Qualcuno per fortuna ci aiuta decifarli come per es. la voce sull’edizione inglese di Wikipedia dedicata a Kaze Tachinu: http://en.wikipedia.org/wiki/Kaze_Tachinu molto ricca, consigliabile. Per es. spiega quale è una canzone tedesca cantata a un certo punto del film, e uno scopre che era un grande successo del 1931, quindi legata al contesto storico di Kaze Tachinu. Viene da uno dei primi film musicali europei: “Der Kongreß tanzt” (ovvero: “Il Congresso danza”, film tedesco del 1931). La canzone è: Das gibt’s nur einmal, das kommt nicht wieder”.
Altro bel riferimento quello al romanzo di Thomas Mann “La Montagna incantata”: appare il protagonista, Hans Castorp, che suona al pianoforte.
Forse solo un film di animazione può permettersi questi intrecci allo stesso tempo arbitrari e raffinati, inverosimili ma curati? Qualche romanzo postmoderno in effetti prova a seguire questi intrecci tra vero e fantasia, ma sono pochi.
Poi soprattutto c’è il riferimento al romanzo di Tatsuo Hori Si alza il vento” (1935). Per fortuna esiste in traduzione francese: “Le Vent se lève”. Già ordinato su Amazon: http://www.amazon.fr/gp/product/2070733459/ref=oh_details_o00_s00_i01?ie=UTF8&psc=1
Fantastico commento. Adoro chi si documenta. Arricchisce non solo se stesso ma anche chi gli sta intorno.
E’ un film in effetti molto complesso, per questo il timore che non venga compreso sussiste.
Proprio in queste settimane per la redazione di un articolo, ho rimesso mano al romanzo di Thomas Mann, che avevo gia’ ripreso proprio per scrivere questa recensione. Lascia stare, temendo di tediare qualcuno.
Grazie mille Pierfranco. Commento, ripeto, prezioso.
Grazie Laura. Ottima idea quella di riprendere in mano “La montagna incantata”. Ci sono un sacco di cose da chiarire. E Tatsuo Hori: aveva letto Mann quando ha scritto “Kaze Tachinu”? Nelle lingue occidentali c’è troppo poco materiale su Tatsuo Hori per scoprirlo. Un dettaglio buffo da chiarire: quando nel film vediamo il personaggio di Hans Castorp che mangia una grossa ciotola di crescione come cena, fa riferimento a elementi precisi del romanzo di Mann? Sono sicuro che non tedierai. Lo stile fa la differenza. Credo che un blog personale/culturale abbia proprio la funzione di contaminare: portare riferimenti culturali elevati dentro una piattaforma social, legarli a riferimenti personali e avvenimenti del momento. È proprio quello che ci vuole per far circolare cose di grande bellezza, condividerle, farle più prossime: troppo belle per restare solo nei saggi specialistici o legate ai momenti di “studio”.
La contaminazione e’ l’anima della cultura, indubbiamente. Un argomento tanto affascinante pero’ richiede approfondimento o si rischia di dare in pasto al web la solita “generalizzazione raffazzonata” che, personalmente, non mi attira. Richiede quindi un tempo (e una abbondante bibliografia) che al momento purtroppo non ho. Un semplice accenno non mi lascerebbe soddisfatta e non soddisfarebbe, temo, neanche i lettori.
Sto pensando piuttosto di caricare sul sito che verra’, e che incorporera’ anche questo, gli articoli che ho scritto e pubblicato in riviste specializzate (linguistica e letteratura principalmente) proprio perche’ non vada a perdersi un lavoro fatto con passione.
Mi piacerebbe anche creare un’area in cui inserire gli articoli di chi e’ interessato, come me, a diffondere il proprio lavoro.
Sei pertanto fin da ora invitato! :*
Ho sempre avuto una enorme passione per il volo e l’aeronautica. Il Sensei Miyazaki mi ha sempre aiutato a coltivare questa mia passione con le sue opere, da Conan a Nausicaa, Porco Rosso ecc. Avrei sempre voluto conoscerlo perché lo ritengo un grande uomo oltre che un grande artista. Da volontario del museo Volandia, ospitato nelle ex officine meccaniche Caproni sono orgoglioso del fatto che uno dei padri fondatori dell’industria aeronautica italiana faccia parte di questo film.
Snail Hand, ma che commento fantastico! Ignoravo l’esistenza di tale museo e, a questo punto, sono orgogliosa anch’io! Grazie davvero!
Visto subito appena uscito, primo spettacolo.
Mio figlio di otto anni ha continuato a chiedere spiegazioni, a preoccuparsi per la malattia.
Mio marito, titubante all’inizio, si è rivisto nell’infaticabile protagonista.
Ed io che respiravo ogni scenario disegnato con meravigliosa maestria, mentre seguivo la storia che scorreva…
Bello ed emozionante!
E ritrovare ogni passaggio nel tuo commento, letto un anno fa e riletto ora, ha un sapore … rassicurante…
Non vedo l’ora di andarlo a vedere, purtroppo nel cinema vicino al mio paese non lo programmeranno ma non importa, i film di Miyazaki li adoro, proprio per la loro parte onirica, mi trasmettono emozioni che a parole non saprei come descrivere, come un bel paesaggio o una bella musica. Poi adoro gli sfondi che usa.
Ho visto il film da poco, e l’ho trovato splendido … quasi la considero la migliore opera di Myazaki (non le ho viste tutte).
Proprio la sua “ambiguità” e la stratificazione dei temi trattati lo rendono davvero peculiare e (forse) controverso.
Ci sono delle scene incredibili, quasi irreali, come il grande terremoto seguito dall’incendio di Tokyo.
Un’altra scena quasi “buffa” nella sua contraddizione è quando il trasporto dei velivoli sperimentali verso la pista, è affidato ai buoi.
Ti pongo una domanda, immagino che tu il film l’abbia visto in lingua originale; io e i miei amici all’uscita dal cinema ci interrogavamo su alcune scelte di traduzione. Nei dialoghi in italiano sono usate spesso forme di deferenza. La sorella minore che usa il voi col “secondo fratello”, in altre situazioni si passa dal voi al tu all’interno di un dialogo. Altre volte si è optato per un lessico non comune con termini come “ardimentoso” e “ammirevole”.
Ho pensato che fosse il tentativo di portare in italiano forme di deferenza tipiche del giapponese (di quegli anni ?) intraducibili altrimenti.
Tu ne sai qualche cosa ?
P.S. In molto abbiamo notato quanto si fuma in questo film … nel cinema ormai fumano solo i cattivi, qui addirittura (nelle ultime scene) il protagonista fuma con la moglie tisica accanto !!! ah ah ah 😀
e ora tutti al museo Volandia a vedere i prototipi originali di Giovanni Battista Caproni !
Ho notato anch’io la presenza del fumo (che detesto) ma credo fosse legato al periodo storico, in cui in effetti si abusava delle sigarette, e all’amore di Miyazaki per il tabacco (sigh).
Circa la traduzione, Daniela di Tradurre il Giappone, ha segnalato proprio oggi questo articolo in cui parla proprio chi ha tradotto i dialoghi del film (http://www.badtaste.it/2014/09/15/si-alza-vento-spiegato-lha-tradotto/95350/).
Grazie del lungo e bellissimo commento, L.