Del giungere le mani di fronte ad un panino del Mac Donald
E’ una lingua questa che si acquista e poi si perde. Si può vivere qui anche da vent’anni ma l’esercizio degli occhi non è quello delle orecchie. E c’è fame di possedere più parole. Sempre più parole. Nel sonoro e nel visivo.
La lettura preferita di Mishima, mi ricordava oggi Cristina, era il dizionario. Il miglior amico dello straniero. Ma anche il compagno d’ogni scrittura che miri a superarsi.
Stasera, dopo la chiusura del mio caffè, sono andata da Mac Donald. E’ un luogo che non amo. Non ne mangio il cibo ormai da tantissimi anni. Ne detesto l’odore. Eppure oggi ci sono andata perchè è aperto fino a tardi, avevo voglia di scrivere e dovevo finire le mie cinquanta pagine quotidiane. Un te’, i libri e il mio pc.
Così, quando stavo per andare via, ho visto una scena deliziosa che mi ha ancora una volta arricchita.
Un uomo tra i quaranta e cinquant’anni, la fede all’anulare, gli occhiali quadrati e le vesti da salaryman, ha poggiato il suo manuale sulle ginocchia. Poi, con l’hamburger del Mc davanti, la bibita, le patatine oleose e tutto il resto, ha giunto le mani e ha chinato il capo.
“Itadakimasu” a fior di labbra e poi, con le mani ha afferrato il panino e l’ha portato alla bocca.
Lo vedo nei bambini che sotto lo sguardo benevolo della madre si accingono a mangiare ma mai mi era capitato di osservarlo in un adulto, oltrettutto solo, con un panino del Mac Donald davanti.
L’”itadakimasu” che significa letteralmente “ricevo” e che si pronuncia prima di mangiare. Un “buon appetito” con sottili differenze che fanno dell’espressione in giapponese qualcosa di più legato all’atto del ricevere che all’augurio.
E, nel ricevere, si avverte anche un ringraziamento per chi quel cibo l’ha confezionato. O anche, a seconda delle persone e della sensibilità, per l’essere vivente è morto per divenire nostro nutrimento.
E ho deciso che da oggi cercherò di farlo anch’io. Ogni volta. Giungere le mani, in segno di riconoscenza. Perchè per quanto io sia italiana e sia cresciuta in una cultura diversa da quella in cui ho scelto di vivere, voglio adottare e mantenere il meglio di entrambe. Perchè anche dopo una certa età – quando ormai si è usciti dalla casa dei propri genitori – ci si continui ad educare.
“Itadakimasu”
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itadakimasu…io lo dico sempre prima di mangiare^_^ bellissimo post come sempre è un piacere leggerti^^
Che bello! Mi piace molto la filosofia che racchiude la parola いただきます…
Anche a me piace molto leggere i dizionari, è una passione che mi ha trasmesso il mio papà, come quella per i libri.
おやすみ
Claudia
Io sono totalmente affascinata dai tuoi racconti
questo Blog è bellissimo
Quanto è piacevole leggerti…
mi piace tantissimo leggerti perchè racconti la vita quotidiana di una cultura lontanissima dalla nostra…ringrazio radio deejay che quella mattina ti ha richiamato e mi ha permesso di conoscere questo blog!
Ho una domanda però: sei riuscita ad imparare il giapponese?!lo parli quotidianamente?!
Per me che fatico con l’inglese mi sembra una cosa straordinaria!!!!!
Cara Alessia, sono io che devo ringraziare radio deejay per la quotidiana compagnia. ^^
Conosco il giapponese si’. Sarebbe del resto impensabile vivere in questo paese senza conoscerla. Temo me ne perderei il 50% se non di piu’. Un abbraccio e grazie della lettura!
Grazie 🙂
e come ogni volta resto a bocca aperta, sognante, vedo i posti che descrivi, perché, lasci immaginazione. Bastano pochi gesti per uno story-board.
baci
Quando vuoi i tuoi story-board li ricevero’ con gioia ^o^
scena da pelle d’oca e luccichio agli occhi! 🙂 almeno per me che amo questo paese!
Un saluto da “Il cibo delle coccole” 🙂
E’ proprio una bella abitudine quella di dire Itadakimasu!
…leggere di un mondo così lontano è affascinante, quando la voce che lo descrive è invece così “di casa”…
In questo mio periodo che amo definire riflessivo .. Volto alla solitudine .. All’introspezione.. Timidamente ( nn sono abituata a condividere le mie emozioni scritte .. Quando le scrivo sono soli per me ) … Questo post… Questo racconto di una semplicità quasi scontata ma dimenticata .. Quella semplicità .. Quell’ essenza delle cose … Della vita … Mi ha rubato una lacrima… Un qualcosa che in questo periodo nn permetto a me stessa… Il ricevere fa commuovere…
Itadakimasu io lo voglio dire a te che, come sempre, sai descrivere con grande sentimento e delicatezza ogni momento che vivi in questo grande Paese, che sa sorprendere, emozionare e appassionare…
Grazie ancora, Laura!
Patri
Sei tenera Patri, grazie mille!
quando era piccola l itadakimasu faceva parte di ogni mio inizio pasto..quando ho deciso di farmi battezzare nella chiesa cattolica , a 11 anni, non riuscivo a farmi una ragione del fatto che prima di mangiare si ringraziasse per il cibo solo il Padreterno e non tutti coloro che, animali e uomini, ci avevano messo del loro per arrivare a quello che avevo davanti.
Questo e molti altri scontri nel mio cervellino di ragazzina mi hanno portato alla fine a crearmi una mia religione, dove a modo mio riesco a far giare insieme il karma la reincarnazione, l itadakimasu e moltre altre cose, assieme a Gesu’ i Santi etc..ora la sfida sara’ offrire a mia figlia l’accesso alla saggezza diversamente espressa nel mondo, in queste idee e gesti che sono trasversali alle singole culture, alle singole religioni e alle singole nazioni…
Il tuo commento mi ha colpito moltissimo Valentina. Il melting pot culturale e’ decisamente la ricchezza piu’ grande di questo mondo.
che usanza delicata e carina ^_^
Dovremmo farlo sempre, soprattutto ringraziare chi il cibo lo prepara per noi. La mamma, il papà, il marito, la moglie ecc.
Ringraziare chiunque ci prepari il pranzo, la colazione, la cena. In generale dire grazie più spesso.
Ci regali sempre esperienze deliziose e profonde al contempo 🙂
Non lo avevo mai capito, la mia compagnia di college, una ragazza giapponese, ogni volta che ci sediamo a tavola per mangiare, anche sottovoce lo dice, noi che siamo abituati al nostro “buon appetito” a volte rispondiamo, a volte io le sorrido e basta, perché sento la distanza, anche attraverso la parola. Ma ora se non altro, capisco che anche un poco posso rispettare l’intimità di un gesto così semplice 🙂
Grazie 🙂
[Isa]
Ps. Questa è la mia mail, Chun-Li-Klonoa@hotmail.it
Ti ringrazio ancora per la tua immensa disponibilità 🙂
Hai ragione…l’educazione non ha mai fine, e ogni giorno possiamo educarci ed educare un po’ di più…basta poco!
Deve essere stata una bellissima scena nel Mc.. anche se non è il top, è cmq cibo che ha richiesto lavoro e sacrificio.. 🙂
stai scrivendo un libro in giapponese?? ti ammiro tantissimo! è verissimo che è una lingua che si perde se non si fa esercizio, io purtroppo sto iniziando a dimenticarlo ma non so bene che esercizi fare da sola e così finisce che lascio perdere -.-
il rispetto che hanno i giapponesi per qualsiasi cosa, compreso il cibo, è una delle cose che mi hanno sempre colpito di questo popolo…
che tenerezza…
che tenero il signore che dice “itadakimasu” da solo al panino del mac donald *__*
volevo dirti che ti ho insgnita di un premio sul mio blog ^_^
http://valeriacafagna.blogspot.com/2012/03/blog-affidabile.html
grazie per condividere sempre con noi questi momenti speciali della tua vita!
A casa nostra lo facciamo sempre, prima di ogni pasto… non c’è la preghiera perché non siamo cristiani praticanti, ma ci sentiamo a nostro agio in questo rituale del ringraziamento per il cibo e così grandi e piccini giungono le mani e dicono: “Itadakimasu”
§^_^§
La cultura dell’ “itadakimasu”, da sola, è tanto carica di significati filosofici, nella cultura giapponese, che ci si potrebbe scrivere un saggio.
Sul dizionario, è proprio vero: chi studia questa lingua non può proprio fare a meno del proprio 辞書 (jisho)!!!
Amo sempre i vostri comemnti. Uno ad uno. Spero continuerete a scrivermi anche su facebook e sara’ mia cura copiarli tutti e, nel leggerli, godere dei vostri pensieri.
Grazie mille.
Più passa il tempo più il tuo stile migliora e le esperienze che trasmetti a noi lettori risultan più delicate.
どうもありがとうございます。
Trovo stupendo il modo in cui descrivi queste vicende.
Tento sempre di mormorare anch’io un “itadakimasu” prima di ogni pasto principale!
che bello imparare,sorprendersi e sognare…tutto attraverso le tue parole…ma come potremmo sdebitarci con te, Giappone Mon Amour? arrivi al cuore di chi legge,non importa di cosa tu stia scrivendo!
meraviglioso post ♥
Leggerti arricchisce l’Anima. GRAZIE.
Leggo il tuo blog e ogni volta mi commuovo.Per le tue dolcissime parole,per quel Giappone che è sempre stato il mio sogno ma che ho realizzato solo per una misera settimana all’inizio di quest’anno! Per come riesci a descrivere questo posto magnifico che porterò sempre nel mio cuore! Complimenti per tutto! Un abbraccio. P.S. Secondo me in realtà sei una giapponese che sa benissimo l’italiano… 😉
tu ci ringrazi sempre dei nostri commenti… ma in realtà senza di te e i tuoi racconti le giornate non sarebbero più le stesse!.. fai ormai parte delle famiglie di tutti coloro che ti seguono sempre.. grazie perché ci fai sentire parte del tuo mondo così lontano ma almeno grazie a te più conosciuto.
E’ reciproco. Riconoscenza chiama riconoscenza ed e’ per questo che mi piace scrivere qui. Perche’ ci sono persone come voi a leggere. Un bacio, L.
Ciao, complimenti per il blog, lo inserisco tra i miei preferiti!
Uh grazie. E belli anche i vostri tanzaku~. A presto! L.
uno dei miei post preferiti!!!
bellissimo, non pensavo ci fosse questo significato dietro, è davvero bellissimo :,) questi giapponesi sono così profondi.. ♥
È come dire “Grazie per questo pasto”?
Stupendo post, come sempre.
Sapevo dell’importanza dell’Itadakimasu e dei suoi significati profondi, che sfuggono probabilmente alla maggior parte di noi occidentali, ma letto nei tuoi post è tutto, sempre, più vero e più vivo.
è un piacere leggere da te le tradizioni di questo paese meraviglioso! ♥ Grazie infinite Laura!!!
Complimenti per il blog, ogni volta scrivi cose che fanno capire il modo di pensare dei giapponesi, leggendo il blog, mi hai fatto ritornare in mente, i ricordi di quando andavo a scuola e per imparare l’inglese, leggevo molto spesso il dizionario, che bei momenti, da allora ho perso l’abitudine, forse è il caso che ricominci a farlo con il Giapponese!
Davvero un bel racconto. Io credo che alcune di queste ‘usanze’ non siano da ascrivere ad una cultura piuttosto che un’altra, ma che siano in fondo comuni a tutto il genere umano. Ognuno di noi dovrebbe sentire questo legame con la natura che lo circonda e che lo nutre, ma è vero che in Oriente questo aspetto è forse più attenzionato 🙂