Approfondire l’amore

Tatuare l’amato era nel diciottesimo secolo una prova d’amore.

Lacerare frammenti di pelle, inserirvi l’inchiostro, soffrire le pene dell’inferno. Spiegare così il paradiso dell’amare e dell’essere amati in eterno. L’ultimo termine che l’ago picchiettava nel corpo era, per altro, inochi 命 la “vita”, dalla lunghissima coda, che suggeriva la devozione che sarebbe durata fino a quel termine ultimo.

L’amore moriva con la vita. E la pelle stava lì a testimoniarlo.

Katagawa Utamaro, Onitsutaya Azamino e Gontarō,1798-99

 

 

Emil Cioran scriveva che «Ha convinzioni solo chi non ha approfondito niente» e personalmente lo credo anche quando rivolto alla conoscenza di sé, quella sentimentale.

Mai credersi troppo.

Piuttosto confutarsi, domandarsi costantemente com’è che si ama, com’è che si detesta, com’è che l’interesse sparisce, com’è che l’affetto ritorna.

Amare, pertanto. Anche dichiararlo. Ma mettersi in dubbio un po’ sempre. Perchè inochi ha una coda lunga, sì. Ma quanto poi non si sa.
Mai mettere fretta all’amore.

 

Giorni di lettura e scrittura, in attesa dell’uscita in UK di Quel che affidiamo al vento  (The Phone Box at the Edge of the World), già “uno dei libri migliori del mese secondo Stylist .

“Carefully told and with great care, this feels a particularly resonating story right now” . E di questi giorni la notizia che i diritti del romanzo sono stati acquistati anche da una casa editrice americana. Uscirà nella primavera del 2021 anche negli USA.

La gioia, la gioia~❤

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