Amare un giapponese
Credo sia la moda che segue tutto il mondo ma mai come quest’anno ho visto tacchi alti e spesse zeppe ai piedi delle donne giapponesi. Ed io, benchè di solito avvezza a sandali super piatti, non le disdegno. E oggi i miei tacchi sono alti, altissimi. Mi rendono d’una misura che non ho. In borsa ho il cambio, perche’ mi sto lentamente riabituando.
Ricordo quando, appena giunta qui ventiquattrenne, abituata a Roma ad indossare sempre scarpe con i tacchi mi trovai in difficoltà ad apparire troppo alta. Non ho che un metro e sessantaquattro dalla mia ma quei dieci centimetri costituivano un’addizione che mi faceva sentire diversa. Avevo l’idea che il “donnone”, benchè magro, potesse far paura e così vi rinunciai. Piena di pregiudizi nei confronti del giapponese che gli stranieri intorno a me definivano medio.
“Perchè ai giapponesi non piacciono le donne alte, ai giapponesi fanno paura le donne occidentali perchè sono aggressive, ai giapponesi …”
E magari il termine risulterà un po’ duro ma c’è un sacco di feccia anche in Giappone. Uomini e ragazzi che cercano la straniera solo per “provare” e per provarsi di piacere a qualcuno di una razza tanto diversa. Gente sciocca che ti ferma per la strada, magari ti dice che sei bella e che ti vuole fare foto. Alcuni offrono lavori, altri ti passano un biglietto in un caffè. Sono sciocchezze, tecniche per rimorchiare malamente. Sciocco chi chiede e sciocca chi crede, per pura vanità, che le parole altrui siano vere. Perchè magari ci vuole credere davvero, che è bella più delle decine, delle centinaia di donne che transitano ogni giorno per Shibuya o Harajuku.
Sono quelli che approcciano la straniera e non la persona. E non sono solo per la strada – che lì è facile capire – ma sono anche amici di amici, a volte colleghi dell’università.
Della mia vita giapponese ho un periodo assai movimentato, il più movimentato all’interno di una vita soprattutto piena di studio, di passioni intellettuali e di amori profondi e duraturi. Una vita che succedeva a Roma e precedeva Ryosuke, un’esistenza breve, infilata a sandwiches tra due vite simili, improntate su una forma di rigore che mi ha fatto sempre amare naturalmente le cose “giuste”. Un periodo pieno di errori, commessi uno ad uno con una coscienza da chirurgo, con la precisione di star sbagliando ed il piacere intenso di continuare a farlo. Un anno di discoteche, di alcol, di incontri con ragazzi bellissimi ma stronzi, bellissimi ma sciocchi, normali e pure vanitosi, deboli e leggeri, troppo innamorati, troppo ingenui o troppo presi da se stessi. Ragazzi troppo-sempre-qualche-cosa o troppo-poco-qualcun’altra.
Ore piccole che poi erano ore senza giorni perchè la notte si faceva un tutt’uno con la mattina successiva, tornando da un locale in treno, con Miwa al mio fianco e un amico deejay che russava davanti a noi. Amiche con cui si andava a fare colazione magari ad un sushi-bar alle cinque della mattina. O uno spicchio di notte trascorso nei manga-kissa in attesa del primo treno. Lezioni e conferenze la mattina e poi la notte accesa. Un anno per dimenticare quello che c’era stato prima e non ci sarebbe stato più.
Un anno che mi ha ferito tanto quanto poi l’ho amato dopo. Così tanto da farne un romanzo. Un anno in cui ho capito un po’ di più da dove vengano certi stereotipi, e di quanti diversi giapponesi sia fatto questo popolo complesso.
Perchè non ci sono “i giapponesi” e non c’è lo “stare con un giapponese”. C’è Takanobu e c’è Akira, c’è Yuuki, Hikaru e Munetoshi, c’è Shoki e Hiroshi, Masahi e Tsubasa. Ognuno ha in sè qualcosa di diverso. Uno amerà una donna solo perchè straniera, per la curiosità di vedere un corpo che non sa, per provare l’amore di qualcuno che è nato e cresciuto in un continente tanto lontano. Un altro, invece, amerà una Silvia, una Francesca, una Maria o una Ilaria perchè quella donna, quella precisa donna è Silvia, Francesca, Maria o Ilaria.
E sta a quella donna fidarsi solo di se stessa. Scegliere se sbagliare per il piacere di sapere, amare un giapponese solo perchè è giapponese, rifiutare chi non è un 100% – o è semplicemente meno di un 80% –, accettare anche il 10% per essere in grado un giorno di individuare chi è molto di più, credere all’incredibile, fidarsi dell’inaffidabile, giocare con l’altro e magari poi starci male.
E in ognuna di queste fasi non c’è un solo errore. Le scelte sono sempre tutte giuste. L’importante è che, appunto, siano scelte.
Potrei piangere.. bellissimo articolo, che poi è un pensiero, che poi sono emozioni e sensazione 🙂 🙂 grazie per averle condivise!
Sei gentile. Tanto tanto. Un bacio, L.
Che bellissime parole…e come sono vere ovunque nel mondo!!! Grazie come sempre di condividerle con noi! ^_^
Grazie a voi della lettura! :*
Oh. Che meraviglia. Le tue notti accese, e ancora le scelte, le scelte che quando sono vere sono semplicemente giuste. Ma il tuo romanzo? Non ti seguo dall’inizio, ma da pochi mesi, e vorrei sapere se è già in circolazione 😉
Ti ho scritto di la’. Un abbraccio 🙂
Un post davvero bellissimo. Adoro il tuo modo di scrivere e di raccontare il Giappone, un Paese che sogno di visitare da quando ero una bambina.
Hai perfettamente ragione, non c’è “il giapponese” ma ci sono i singoli individui e tutto dipende dalle scelte che una persona fa. Dai rischi che si è pronti a correre.
Complimenti ancora.
Bacioni
A volte leggere significa voler vedere il bianco che sta tra i contorni delle lettere scure, io,nel tuo bianco riesco a vedere forme e colori.
anche a me piacerebbe sapere se il tuo libro lo si può trovare.. sei veramente fantastica.. quando leggo i tuoi articoli mi fanno venire tanta nostalgia di quei posti veramente unici.. grazie per condividere con noi i tuoi pensieri.. un bacio.. ^_^
Questo blog e’ fatto per placare la vostra nostalgia.Un abbraccio :* L.
insomma tutti cmq bellissimi te li sei beccati eh, un po’ di vanità d’autore via … ;D
Beh, gli ho dato anche degli str… Perlomeno diamo a Cesare quello che e’ di Cesare. 😀
Un racconto molto bello, che mi riporta alla mente i tuoi scritti “dark” di quel tempo.
Vero, a volte dimentico che ci conosciamo da cosi’ tanto tempo. Eri anche li’ tu. Un abbraccio Roberto a te e alla tua splendida NY!
insisto sul fatto che ci vorrebbe il tasto “I like so much”:)
Ma scrivi troppo bene!!! Nel post fai riferimento a un tuo romanzo… si può trovare ancora?
Come si intitola il libro? =)
Laura straordinaria.
Credo che con questo post ti sei proprio superata. È intimo, sentito, emozionato. È lo sguardo di una donna sensibile e consapevole di se stessa. O almeno il percorso che dovrebbe portartici. È puro, crudo e sincero. Leale. Senza pregiudizi scontati, ogni scelta non è mai casuale ed è giusto responsabilizzarsi dentro ognuna di esse. E si impara sempre un pò di più. Un insegnamento di vita e per la vita. Dono prezioso da conservare e custodire. Grazie.
Si anche io vorrei rintracciare il tuo romanzo 🙂
BELLO!!! grazie! … vite simili e al contempo diversissime si interscabiano nel mondo…stiamo preparando i valigioni…tra una settimana saremo in volo per Kansai e poi a Kyoto 🙂
🙂 me lo sono riletto 🙂 Laura, pensa che Yumiko è alta 1,75…e per strada tutte le signore le guardano i piedi per capire quanto tacco ha e se mette i “trampoli”, io vado sotto coperta…
Wow, 1.75. Che bella altezza. Sarebbe stato belli incontrarvi, ma non disperiamo. Siamo incastrati a chiasmo noi quattro. Prima o poi.. 🙂
Sicuramente prima o poi ci riusciremo, nelle nostre diversità siamo bene simili, a volte penso che tu stia al Giappone come Yumiko sta all’Italia…
Bellissimo post. Complimenti. A me quando chiedono come si stia con un norvegese, di solito non so come o cosa rispondere. Che ci siano differenze culturali tra gli italiani e i norvegesi, è palese. Gli ultimi hanno il brutto di essere troppo razionali e di dar poco spazio ai sentimenti, e se possono cercano di soffocarli. Mio marito deve aver combattuto una bella battaglia con se stesso prima e poi con la sottoscritta per conquistarmi. Ad ogni modo gli incontri-scontri culturali si trovano in ogni sitio del mondo e leggendo il tuo post mi hai fatto ricordare una giovanissima me nel lontano 1997 a Oslo.
Che meraviglia questo tuo contributo. Sono sempre affascinata dalla categoria delle “espatriate”, donne che hanno scelto di vivere all’estero per una serie di motivazioni e che hanno affrontato della cultura una moltitudine di diversi aspetti. Sono donne forti, con un bagaglio enorme di esperienze. Quando ti va. Giorgia, scrivi in questo spazio o sulla pagina. Saro’ sempre avida dei tuoi racconti. L.
Grazie Laura, parole bellissime, toccanti!
Scrivi davvero bene, anche perchè, è qualcosa di intimo 🙂 come un diario. Bello mi piace, ma tutto il mondo è paese, e non è la nazionalità a creare tortuosi percorsi d’amore, di scoperta di condivisione, ma le persone per quello che sono 🙂
Sono senza parole. Che meraviglia. Leggo il tuo blog con avidità, e attendo con trepidazione il tuo romanzo. Ti abbraccio forte dal cuore di Roma. ♥
Urka! O__O
Ops.. perdona l’espressione ma mi è venuta di getto appena letta la tua riflessione… ^^’
Le parole possono sembrare leggere ma le frasi sono pesanti come macigni. Hai messo nel tuo scritto concetti importanti e seri, che vanno meditati e digeriti… non facile da fare nero su bianco e comunque… ci sei riuscita! Ancora una volta hai guadagnato la mia ammirazione, con un pizzico di invidia per una vita vissuta pienamente. ;))
Anch’io mi invido a ripensarci… ma non mi rimpiango. Bene dov’e’ quel periodo. Vissuto ma lontano ^o^~
Avrei continuato a leggere per capitoli e capitoli senza mai smettere… ♥
Giappone Mon Amour vorrei tanto leggere il tuo romanzo…dove posso trovarlo? ps racconto davvero speciale quello di oggi 🙂
Bellissimo il tuo post. Mi fa molto pensare la tua frase “Le scelte sono sempre tutte giuste. L’importante è che, appunto, siano scelte”. Grazie!
Lau
La parte del post sul “periodo pieno di errori” mi ha fatta sorridere: anche io ne ho avuto uno esattamente identico, tra un’adolescenza fatta di amori platonici ma assolutamente fedeli e un presente in cui posso dirmi felice di ciò che sono riuscita a costruire insieme a qualcun altro.
Sono errori, certo, ingenuità e debolezze, mi rendo conto di essere stata tanto insicura, ma mi ha fatto bene, mi ha mostrato esattamente quel che non voglio essere e mi ha permesso di diventare come sono adesso. Tutto fa crescere, in qualche modo.
Un abbraccio Kyoto, nel pieno del tifone.
E.
Anche a Tokyo siamo “sotto attacco”. Il tifone dovrebbe sparire entro domattina alle 6 altrimenti col lavoro saranno cavoletti.
Ti abbraccio e ti scrivo presto per email, almeno per farti sapere il mio indirizzo. Spero troverai il tempo di venire a Tokyo! Un bacio, L.
Wow wow wow, e chi se li sarebbe mai aspettati tanti commenti. Siete tanto cari e mi fa piacere che vi siate ritrovati in queste parole. Lo dico sempre e lo ripeto, e’ una gioia condividere questa mia vita giapponese con voi che amate quanto me questo paese. Un blog e’ fatto di post e di commenti. Nasce per essere letto e commentato. Quindi grazie mille dvavero.
Il romanzo? Vi faro’ sapere a breve 🙂
Un bacio grande da una Tokyo piena d’acqua e vento. Il tifone 17 si sta divertendo da queste parti Sigh!
Grazie Laura per la risposta 🙂 appena ci dirai come trovare il romanzo correremo tutti a comprarlo,ne sono certa! Io non ti conosco di persona,e sono dell’idea che non si deve imitare nessuno ma sviluppare una propria identità; tuttavia dopo mesi che ti leggo ti considero un modello da seguire,perché le difficoltà le affronti e le racconti,così come le cose belle. Grazie!!!
Ci influenziamo reciprocamente e se ti ritrovi in cio’ che scrivo e’ solo perche’ probabilmente abbiamo tratti di personalita’ comuni. Ripeto, bello avere utenti come voi. Son fortunata, L.
Cara Laura,
tu ci stai donando con questo blog il tuo mondo, la tua anima, la tua vita. Non so se ti rendi conto dell’immensità di questo dono: grazie davvero, di cuore. Hai una sensibilità rara, uno sguardo acuto e tenero, colorato, dolce.
Mi auguro che presto esca il libro, di cui sento parlare da almeno un anno! 🙂 Spero che il tuo futuro editore possa leggere i commenti al tuo blog, per capire che sta puntando su una scrittrice colta e brava.
ciao
Angela
QUanto incoraggiamento Angela, qui e piu’ giu’. Serve. Perche’ i tempi nel campo dell’editoria sono sempre tanto lunghi. Troppo. E bisogna pazientare.
Grazie davvero.
^________________^ bello sempre belloleggerti e rileggerti !! smack!
Sei bravissima…..voglio anche io leggere un tuo romanzo! Incrocio le dita!!!
Laura, cos’altro potrei dire che gli altri non ti abbiano già detto, quale complimento potrei regalarti che gli altri non ti abbiano già regalato… semplicemente intenso e sentito, invidiabile ed anche un po’ inquietante (ma solo perché fa ricordare miei anni già passati) questo tuo post. Hai fatto bene a pensare ad un romanzo (anche se, forse, non volevi proprio dirlo palesemente), se non altro per il modo in cui scrivi, che cattura curiosità, sensazioni ed emozioni. Beh, qualcosa sono riuscita a dire…
Il tifone Jelawat è già passato, vero? Spero tanto di sì. Ma il mio pensiero non può non andare alle famiglie delle due vittime, ai feriti ed alle decine di migliaia di persone costrette ad abbandonare la loro casa.
Ti abbraccio forte,
Patri
Credo che ognuno abbia uno di questi periodi oscuri. Sono tremendi a volte ma utili. I tuoi commenti non sono mai banali, ti abbraccio forte. L.
P.S. Siamo in attesa del tifone successivo…
Post bellissimo! E’ bello ripensare a quei periodi della vita in cui “si era altro” e “si faceva altro”! Giusti o sbagliati che siano stati fanno parte di noi, io mi scopro “quello che sono” e “come sono” anche grazie a ciò che ho vissuto diverso tempo fà!
Naturalmente non vedo l’ora di “leggere” quello che hai creato!
Di nuovo un affettuoso in bocca al lupo! crepi! 🙂
Non ti seguo da molto tempo, ma ho deciso di rileggere i post, pian piano, fin dall’inizio. Per questo non mi sento di poter giudicare questo, ma quanto hai scritto mi piace, mi sembra di sentirtelo dire “a-testa-alta” se posso esprimermi in modo figurato e infine, se ci farai sapere (come altre hanno chiesto) dove reperire il tuo romanzo, sarò felice di leggerlo.
Bye&besos
Si’, sono felice d’essere cresciuta anche grazie a queste esperienze a tratti un po’ crude. Ma sono altrettanto felice di averle lasciate nel passato. Servivano. Ora no 🙂
Grazie mille del messaggio e del finale!
Io, però, nel mio piccolo penso che, se le cose non le si fanno con sgarberia, maleducazione e cattiveria, dedicarsi, laddove possibile, ad un po’di sano “rimorchiaggio selvaggio” in terra straniera, non sia da considerarsi una negatività. Mi spiego: l’ “altro”, il “diverso”, lo “stranger” (per inglesizzare), il “gaijin” (per nipponizzare) ha sempre esercitato un certo grado di fascino e di attrazione FISICA nelle persone di un’etnia completamente diversa. E’ una cosa insita nel genere umano da millenni. Ed io stesso, quando sono in Giappone (a Tokyo in particolare), non disdegno per niente l’idea di passare una notte in un dance club di Shibuya o di Roppongi, sperando proprio di trovare “compagnia”.
L’importante per me è riuscire a mantenere separati i piani, ed a godere di un piacere, che può anche essere fugace e privo di valori importanti, senza però voler “bollare” il compagno/a, compartecipe di una veloce avventura come portatore di caratteristiche socio-culturali che, spesso e volentieri, all’intera genia di appartenenza non sono decisamente appropriate. Allora sì la cosa diviene offensiva nei confronti delle persone con cui ci si approccia e con cui si interagisce.
Per la cronaca, sto attraversando esattamente in questi mesi quella fase “folle” che tu hai così ben descritto e raccontato nel post. Ad oggi me la sto godendo non poco, ma non escludo un futuro in cui, se ci ripenserò a mente fredda, avrò un senso di ripudio. Vedremo cara amica… Intanto ti faccio i complimenti per il post, decisamente stimolante!!! Kisses!!!
Edo.
Come sempre lucido ed acuto, Edoardo. Quel periodo e’ fondamentale. Vivilo al massimo, come ogni altro. Un abbraccio forte forte da noi tutti.
E’ un articolo che dà molta speranza a noi in quanto donne che amano il giappone, e agli uomini giapponesi in quanto essere umani troppo spesso considerati privi di sentimenti. grazie. 🙂
A volte li ho trovati persino eccessivamente sentimentali, romantici in una maniera piu’ vicina al femminile che al maschile – perlomeno secondo la nostra visione italica del tipo “uomo” e “donna”. 🙂
Non sono sul mio pc, quindi non posso recuperare l’account google, commento qui:
Credo che questo sia il tuo post più bello.
Venendo da un’ambiente ancora universitario, che guarda il Giappone ancora come il mondo dei balocchi lontano e patinato, sento molto questo problema.
Un problema che mi fa estraniare dal resto delle mie compagne.
Non vorrei essere mai adescata perché italiana, perché dovrei farlo con persone di altri paesi?
Ho bisogno di sentirmi una persona, una donna, prima ancora di essere italiana. E credo che tutti possano provarlo da qualche parte, anche chi cerca l’altro solo per ‘curiosità’.
Isabella, come ha piu’ su scritto Daijiro, il gioco delle razze e’ assolutamente reciproco.
Ti bastera’ tenere gli occhi bene aperti per non incappare in gente cosi’. Io ne ho incontrati vari ma forse sapevo perfettamente verso cosa/chi stavo andando incontro. 🙂
letto, piaciuto moooolto. non so se succede anche ad altri, i tuoi articoli mi trasmettono pace. Grazie.♥
letto e amato:) bellissimo articolo ♥
Letto interessante
quanto vorrei essere lì ♥
Letto.Notevole!
per lo scritto già ho detto tutto, La terza fotografia è stupenda degna di nota. la definirei “elegante”.
E’ una foto innamorata. La adoro.
bellissimo articolo!
Spero vi piacciano anche le foto. Io ADORO la prima (Shibuya Style) e anche l’ultima. In mezzo c’e’ la nuova Stazione di Tokyo, appena inaugurata. 🙂
Le foto? Ero così immersa nella tua scrittura che non le avevo viste!!!! Laura scrivi benissimo. Io spero davvero che tu sarai pubblicata: la tua scrittura è un dono per tutti. (so che vuoi che si commenti anche sul blog… vado!)
Anche se lo leggo in ritardo, complimenti per l’articolo 🙂
Ottime foto, come sempre.
Comunque l’approccio alla/allo straniera/o è normale e naturale per quanto mi riguarda.
Se mentre vado a Milano per lavoro incontro una ragazza con tratti asiatici (ho un debole) se posso, ci provo. E’ utopia “provarci” pensando che sarà la donna della mia vita, come è da stronzi provarci solo per mettere una tacca in più sul letto, basta porsi col massimo rispetto. Sicuramente, non sapendo nulla dell’altra persona è ovvio che si punta al fattore estetico no?
Giusto. Condivido al 100% il tuo pensiero. Patti chiari, nessun dolo. E il fattore estetico resta a mio avviso fondamentale. Ovviamente secondo il principio per cui non e’ bello cio’ che e’ bello ma e’ bello cio’ che piace. 🙂
Grazie a chi ha mostrato, anche brevemente, il proprio apprezzamento. ありがとう m(_ _)m
Davvero bellissimo!!
Ciao, leggo questo articolo con un pò di ritardo perchè era da qualche mese che non scrivevo nè leggevo nessun blog. Mi piace leggerti, e se scriverai un libro, leggerò pure quello. un bacio
Come sempre in ritardo,ma vorrei condividere il mio parere su un argomento che sento un po’ mio. Sarà perché la mia migrazione è stata più un dovere che un piacere,sarà perché l’ho vissuta ad una età adolescenziale/infantile,ma tutto questo fascino per il diverso,qui,in Italia non l’ho visto,o almeno non dall’inizio. Anzi,vi dirò di più,spesso mi è sembrato che il mio essere straniera fosse un requisito “negativo” per l’italiano. Adesso,osservando il tutto con gli occhi di una ragazza ormai adulta,mi rendo sempre più conto che il diverso ha effetti differenti sugli adulti:affascina,intriga,incuriosisce. E io per quanto mi riguarda sono stata fortemente scottata dalla prima reazione per vivere liberamente la seconda,quella vera e autentica.
Meraviglioso.
Come tante ragazze non-Giapponesi a Tokyo, ho avuto troppi dolori causati dall’essere ‘la ragazza straniera’, invece che ‘io’.
Fortunatemente, tra tutti coloro che ci guardano come esseri esotici, ci sono alcuni veri gentiluomini.
Non vedo l’ora di leggere il tuo libro che sicuramente mi emozionerà come fa uno qualsiasi dei tuoi articoli 🙂 adoro l’ultima frase perchè ben pochi ne sono consapevoli…grazie di condividere questi pensieri e soprattutto, stralci di vita personale in una Tokyo che non si vive da turista da “tokyota”!
Sei davvero molto brava e i tuoi articoli molto affascinanti!
Nella parte finale di questo articolo in particolare ho colto un possibile spunto tratto da Murakami Haruki o sbaglio?? (magari è solo coincidenza) 🙂
Oddio Michele, non saprei. Se sussiste una somiglianza e’ puramente casuale 🙂
Grazie del tuo commento gentile!
Ciao Laura.
Sono abbastanza nuova qui.
Ho trovato per caso il tuo blog cercando informazioni sul Giappone e mi sono subito appassionata, un po’ perché ho cominciato ad amare il Giappone (che ho visitato per la prima volta nel terribile anno 2011 e che sto per tornare a visitare tra pochissimi giorni) e soprattutto perché trovo che tu scriva davvero benissimo. Riesci a creare profonde emozioni con poche semplici parole. Volevo chiederti quando uscirà il tuo libro (mi pare che succederà a breve) che certamente leggerò e diffonderò. Come sta ora la tua cagnolina? 😉 Un abbraccio
Ciao e benvenuta!
Sono contenta che un nuovo viaggio stia per sovrapporsi a quei terribili giorni. Il libro uscira’ a febbraio 2014 e spero tanto che vi piacera’.
La Gigia convive con il suo cancro e noi facciamo di tutto per monitorare la situazione. Nulla di allegro pero’, per questo non ne parlo piu’ tanto. Se ne parlo sto male quindi cerco di dimenticare la malattia e mi godo il piu’ possibile il tempo che mi resta con la mia bimba.
Un abbraccio anche a te!!! L.
Grazie a tutti quelli che hanno commentato questo post che, lo ammetto, e’ forse uno dei miei preferiti – probabilmente perche’ c’e’ dentro un grado di intimita’ che solitamente preferisco invece filtrare.
Grazie davvero della partecipazione e della lettura!!!!!!!!!!!!!!
Laura
carino questo post perché un po mi ricorda il mio di processo di accettazione quando ho cambiato continente, dal Cile a Roma 🙂 e ho dovuto cambiare certe cose anche se non mi dispiaceva farlo, erano cmq necessarie per essere vista “all’altezza” … e cosi che succede quando sei in un altro posto vuoi essere diversa per essere unica, ma mai cosi diversa da esserene esclusa 😉
quando l’amore è semplicemente Amore 😉 ovunque!
I tuoi post sono tutti belli. Non sarebbe possibile dire: “questo è il più bello che tu abbia mai scritto”, non si può. Ma il post che ho appena letto tocca corde troppo profonde per passare inosservate… Questa trasparenza è meravigliosa, come te che ne sei così capace <3 Ps: domani mattina corro a prendere il libro e se (come credo) il potere evocativo delle parole è al pari di queste, so già che avrò paura di arrivare all'ultima pagina e finirlo.
Indubbiamente il tuo post migliore! Riesci a farmi innamorare del Giappone più di quanto non lo faccia già. Studio alla Sapienza giapponese e, chissà magari un giorno anche io potro’ scrivere sulla bellezza di questo Paese. Intanto attendo la presentazione del tuo libro nella Capitale.
Quanta saggezza e verità nelle tue parole…. non vedo l’ora di leggere il tuo libro!
Bellissimo…toccante…profondo incoraggiante…
Si perché come tu stessa hai detto in uno dei commenti precedenti, a tutti capitano quei momenti in cui vivi una vita che sembra volerne invece lasciarne indietro un’altra…
E non sai se sia giusto o sbagliato…e al momento in fondo non te ne importa perché il tuo obiettivo alla fine è solo cambiare qualcosa…tutto…dimenticare e andare oltre…
Ma allo stesso tempo fa bene ricordare, perché in fin dei conti noi siamo le nostre scelte e le nostre esperienze no?
E allora davvero non esistono scelte giuste o sbagliate…ma semplicemente SCELTE…
Un abbraccio
Scegliere aiuta anche ad affrontare le conseguenze con maggiore consapevolezza. Subire fa sempre molto piu’ male. Bacio grande, Laura
Ciao Laura,
leggere i tuoi pensieri è come entrare in una stanza accogliente, piena di sensazioni, di luci ed ombre, immagini veloci, suoni appannati..e quante altre cose ancora, che vanno ben al di là del Giappone. C’è un po’ di malinconia e un profumo dolce..
La tua è una stanza meravigliosa.
Grazie di aver aperto la porta.
Wow! Certo che non pensavo che i giapponesi avessero questo pensiero per le straniere .. e poi l’altezza … si salvi chi può perché io sono alta, troppo per i loro pensieri 😀
Ma comunque non c’è questo rischio.. chissà se viaggerò. Almeno il fidanzato ce l’ho. Ahahha.
Grazie.
Baci <3
Mi sono commossa,ti dico solo questo! Ti seguo sempre e grazie a te, ai tuoi articoli e alle tue foto sogno un Giappone troppo lontano per me.
Grazie Laura ❤
Che meraviglia i tuoi articoli e che nostalgia del Giappone ?Grazie davvero
Cara Laura,
Grazie per question bellissimo post.
Mi ha molto emozionata, vivo all’estero da più di 10 anni e so cosa vuol dire amare una persona per quello che è, a prescindere dalla sua nazionalità.
Sicuramente in una coppia mista ci sono due culture ed abitudini diverse, ma una voglia genuina di stare insieme aiuta a capirsi, far crescere il rapporto ed ammetto a volte non è sempre facile.
Personalmente alle domande sciocche che riguardano la nazionalità o il modo di essere diverso del mio partner non rispondo. Dimostrano solo una chiusura mentale che non mi interessa alimentare, anzi mi spaventa!
Aspetto con ansia il tuo prossimo post.
Cara Elena, grazie del tuo commento personale. Le coppie miste hanno sempre qualcosa in più che, molto spesso, il resto della gente ignora. E’ qualcosa che sa esser preziosissimo. Ebbene, che ci dia forza per affrontare anche eventuali deficienti 🙂
Un abbraccio, L
È sempre molto bello ed emozionante seguirti! ❣
Le tue parole e le emozioni descritte sono così vicine alle mie esperienze, pur abitando a Londra…
Sono proprio contenta di aver scoperto questo blog e spero un giorno di realizzare il mio sogno… visitare il Giappone…non come turista, ma potendo vivere un’esperienza vera…grazie per regalarci frammenti della loro cultura 🙂
E ora continuerò la lettura del tuo libro ?
Meraviglioso…sono stata in Giappone e ho una relazione con un ragazzo giapponese (il secondo a dire il vero e non ho mai cercato “lo straniero”, son capitati) riconosco nel tuo articolo tante cose, vere, scritto di pancia e anima. Ti faccio i miei complimenti, è bellissimo. Verissimo.
Ps. sarei curiosa di leggere il tuo libro, potresti dirmi il titolo?
Wow…
Il post è vecchio, ma credimi che l ho letto con le lacrime e non sai come mi ci ritrovo nelle tue parole!sto amando un uomo giapponese, é difficile ma ci sto mettendo l anima…Siamo diverdi culturalmente, non c e nulla da fate, ma seppur complicato non riesco a rinunciarvi..
Mi piacerebbe molto parlarti e conoscerti. Sei forte
Cara Laura tu arrivi sempre dove neanche l’IO stessa più profonda arriva.. Chiara, diretta ed efficace. Tanto da farmi riflettere e capire perché ho deciso di stare sola… Almeno per ora.. Finché non riconoscerò quel Colui che meriterà l’Amore, l’attenzione, la dedizione, la consapevolezza, l’eleganza, l’intelligenza… il rispetto… Per LUI e per ME.
Arriverà Erica, ne sono certa. Hai un cuore grande. Ormai sono anni che me ne sono accorta. E se me ne sono accorta io che sto così lontana e vivo una vita tanto differente, chi ti è vicino se ne accorgerà di certo. Un abbraccio e grazie della tua costante presenza. Mi rende molto felice.