「習うより慣れよ」 o dei cinque minuti che cambiano la vita
Ogni giorno prepara a un grande giorno.
Ogni passo a un grande viaggio.
Ogni parola alla conoscenza d’un linguaggio.
/Narau yori, nareyo/
Come poster e cartelloni, come scritte ed insegne che scivolano di caratteri dall’alto verso il basso, come l’acqua o tutte le cose attirate irresistibilmente verso il basso, mi proietto in faccia questa frase. Mi rincorre, come si rincorre ciò che ancora non si sa bene di volere, ma che il proprio cuore sta già cercando.
È sempre Ryosuke, ricettacolo di kanji, che mi insegna. Ci lega l’attenzione giocosa al linguaggio, tra le cui fessure si spalanca l’altro senso, quello che rimane sotto le ceneri dell’uso. E tra le nostre paste gonfie di ingredienti, una lavatrice tardiva, i dorama alla tv che registriamo e poi guardiamo e riguardiamo allungando di un gelato il finale d’episodio, passano le sere. Ma a fine giornata sbuffo spesso anche la mia insoddisfazione nel non fare abbastanza, nel non sfruttare a sufficienza il tempo che mi è dato e che ad aprile ulteriormente diminuirà.
Perchè alcuni giorni ho idea che la vita abbia memoria di farfalla. Che duri un solo giorno e poi via, verso la terra. Che quello che faccio si disperda e non possieda resistenza, persistenza.
Inizio bene, poi abbandono.
Poi riprendo, poi abbandono.
E allora Ryosuke, il mio buddha giapponese che a vanvera parla solo per giocare, nella leggerezza tutta maschile che dispensa grandi verità, mi dice /narau yori nareyo/.
習う /narau/ è “imparare”, 慣れる /nareru/ è “abituarsi” e allora, letteralmente, “Piuttosto che imparare, abituati!”
Più che imparare è l’abituarsi, inglobare nella propria esistenza minime azioni che tifano, con manine febbricitanti e grandi pon pon, per il miglioramento.
Ripenso a distanza di mesi a questo proverbio e lo ritrovo nelle mie parole di insegnante.
“Cinque minuti cambiano la vita” dico sempre ai miei studenti.
Che riuscire a costruire uno, due, tre, quattro, cinque volte sessanta secondi in un giorno è paradossalmente miracoloso, richiede una fatica inimmaginabile all’inizio.
È come trovare la crepa in un muro, tastare con pazienza tutta la superficie d’una parete per scovare quel punto che permette di celarvi un segreto, magari l’inizio d’una crepa d’un bastione che, in fondo al cuore, si vorrebbe abbattere da tempo.
Cinque minuti cambiano la vita.
Perchè all’inizio sono cinque ma se /narau yori nareyo/ ecco che nell’abitudine, lieviteranno, s’ingrasseranno d’altro tempo, semineranno la tenacia del contagio che, inarrestabile, saprà come farsi largo e cambiare infine tutto.
~Si prenderà in mano un libro complicato, si affronteranno solo due pagine, poi lo si chiuderà, poi saranno tre, poi dieci, poi lo si finirà. ~Si aggiungeranno solo tre righe della tesi, il paragrafo si concluderà, a finire sarà poi il capitolo, la tesi tutta. ~ Si prenderà a studiare un kanji al giorno, poi saranno due, poi tre, si imparerà a leggere la lingua giapponese. ~Si inizierà a mangiare un poco più di frutta, si eliminerà un gelato, si riuscirà passo a passo a dimagrire.
Con questo ritmo d’onda, di remi nella laguna di Venezia, di ninna nanna sussurrata ad un adulto, questo proverbio si ripete nella testa. Ti entra nella vita.
E quando accadrà il contrario, ovvero che dopo l’entusiasmo iniziale, il tempo si restringerà, basterà mantenere quei cinque minuti, basterà tornare ai cinque minuti dell’inizio, in attesa che la mente sia feconda e si dedichi nuovamente al mutamento, alla gioia di cambiare.
Un’altra volta e un’altra volta ancora.
Ciò che diventa abitudine, diventa infine nostro. E più nessuno ce lo sottrarrà. Saremo i primi a proteggerlo da tutti gli altri impegni. Saremo in grado di proteggerlo persino da noi stessi.
Il cambiamento non si gioca in una volta. Il cambiamento è un’abitudine costante.
Aspettavo un nuovo post con impazienza e ogni volta che controllo la mia posta spero sempre che in mezzo alle mie e-mail ci sia una tua notifica. E quando c’è, lascio tutto per leggere quello che hai da dire e ogni volta, puntualmente, rimango incantata dalle tue parole, dai tuoi concetti così veri e giusti. Ed è strano come ogni tuo post cade in pieno nella mia vita proprio quando ne ho bisogno. E credimi, avevo proprio bisogno di sentirmi dire questo.
A volte mi scoraggio imparando il giapponese, quando non ricordo un kanji e come se tutto il mio impegno che ci ho messo in precedenza sfumi via e mi scoraggio. Proverò anche io a ripetere questa piccola formula da ora in avanti. Grazie 🙂
Ed eccoti finalmente! Ancora una volta ritrovo grandi incoraggiamenti nelle tue parole e mi sento un pochino più sicura….una minuto alla volta….un passo alla volta…chissà che le mie “abitudini” mi portino finalmente a raggiungere i miei obiettivi!
Le tue parole sono magia, cara Laura. Viaggiano e si posano esattamente al punto giusto, e tutto poi trova un senso e prende forma. O si sistema come una conferma. O diventa un forte incoraggiamento che ti spinge oltre. Grazie davvero. Buon proseguimento!
Ti leggo da pochissimo, per caso, passando dal post di una mia amica, ti ho scoperta. Ogni tanto sbircio qua e la, e mi perdo tra le immagini e le parole. Ti conosco poco,come poco conosco il Giappone, ma imparo un giorno alla volta dalle tue parole. Imparerò ad amare ancora di più il Giappone attraverso queste parole. Perchè c’e tanta storia e cultura, e le trovo cosi affascinanti.
Tornando al post, è verissimo ciò che dici, è che lo dimentichiamo, è che siamo presi troppo dal mondo o da noi stessi per fermarci quei cinque minuti ed iniziare qualcosa. Impegnarci per ottenere di più.
Basterebbe solo un pò di volontà, e non pensare a domani, ma ad oggi.
Oggi ce la posso fare!
Devo essere sincera, a volte mi perdo nei concetti che esprimi ma sotto sotto “sento” che c’è qualcosa che mi appartiene e so che questo qualcosa rimane in me e uscirà fuori quando ne avrò bisogno. Grazie Laura.
P.S. Che dorama vedete con Ryosuke? Curiosa io!
Adoriamo “HERO” 🙂
Si’, anch’io accumulo pensieri, riflessioni che poi sembrano venir fuori nel momento giusto.
Un abbraccio e grazie del tuo commento, Laura
Ma ti riferisci al poliziesco del 2001?
Se dici che è carino, voglio vederlo (sperando di trovare raw e sottotitoli…)
Mi sto avvicinando anche al mondo dei dorama, sia coreani che giapponesi 😉
Grazie e scusa se il commento non ‘entra niente con il tuo bel post :*
Hanno trasmesso la nuova serie quest’estate ^o^~
Io sto cercando invece quella del 2001…
Ciao! Piacere mi chiamo Maho. Ho scoperto l’esistenza di questo blog proprio adesso e non ho potuto fare a meno di commentare perche’ sto cercando italiani a tokyo con cui parlare 🙂 se sai qualche posto con cui potrei fare amicizia mi piacerebbe avere una tua risposta. Tra parentesi mi sono trasferita da Perugia tre anni fa e ho fatto il liceo accanto alla tua universita’ (ICUHS) quanta coincidenza 🙂 tua nuova fan! haha
Cara Maho,
hai pensato di partecipare proprio al festival annuale dell’universita’ TUFS? Ormai e’ passato (si tiene in autunno) ma ogni anno trovi molti studenti italiani di scambio ansiosi di fare amicizia 🙂
Personalmente le poche amiche italiane che avevo fino a qualche anno fa sono tornate in Italia… devo ammettere, da quel momento, di aver smesso di investire su amicizie italiane a Tokyo. Capita che incontri colleghi ma nulla di piu’. I miei amici giapponesi in Giappone e i miei amici italiani in Italia sono la cosa piu’ importante per me. Gia’ mantenere tanti fili e’, per me, una bella sfida.
Un abbraccio e fammi sapere come va! ^o^
L.
Grazie mille per la risposta:) non avevo mai provato a cercare per bene su internet e adesso sono stupefatta dal numero di persone presenti che hanno a che fare con l’Italia ed il Giappone. Blog Ganbatte!!!:)
Come ogni giorno e come tanti ti segue sul tuo blog e qulo che piu mi appassiona e vedere che in ogni piccola parola giapponese si racchiude un mondo di riflessioni e insegnamenti infatti da poco sto seguendo un corsi di giapponese e cosi a piccoli passi ogni giorno un pezzettino forse arrivero con pazienza aa capire qualche parola scritta grazie per le tue riflessioni