Creare il mondo dal nulla
Ogni cosa è banale in questa vita, destinata a ripetersi e finire.
Nei miracolosi stati di vacanza, in quei fine settimana in cui ti senti onnipotente, in quelle sere di stanchezza che ti prendono talvolta e ti stringono la gola, quegli incidenti che ti fanno venire una gran voglia di fuggire, anche solo quei pomeriggi del weekend in cui l’anelito a qualcosa di più ti assale, in quei giorni lì sogni d’indossare un velo, di camminare nel deserto, di passeggiare per mercati lontani, per la campagna vietnamita, immagini anche di trasferirti a Londra, di sventolare bandierine sul Tamigi, di studiare lo spagnolo e finire a Gibilterra: tutte esperienze che se non decidi fortemente di fare, se non le programmi con coraggio, prima di morire di sicuro non farai.
“Prima di morire”.
Scende la notte in questo giorno pieno di pensieri e prima di dormire, come sempre, prendo il kindle. Mi imbatto in una frase di Nietzsche e mi sembra d’un tratto che le risposte ogni giorno te le dia.
“Se si osserva come taluni sanno servirsi delle loro esperienze vissute – delle loro insignificanti, quotidiane esperienze vissute – tanto che queste diventano un campo che fruttifica tre volte l’anno; mentre altri – e quanti! – pur travolti dai marosi delle vicende più eccitanti, delle più molteplici correnti di tempo e di popolo, rimangono sempre leggeri, sempre a galla, come sughero: alla fine si è tentati di suddividere l’umanità in una minoranza […] di persone capaci di trarre molto dal poco, e in una maggioranza di coloro che col molto sanno fare poco; anzi ci si imbatte in quegli stregoni alla rovescia i quali, invece di creare il mondo dal nulla, del mondo fanno un nulla”
In porzioni da formica quest’ultima è sempre distribuita, come nelle favole di bimbi in cui una briciola di pane o un tappo di bottiglia possono essere i protagonisti. Basta forse allora aprire gli occhi, rallentare l’ingordigia che tutto possiede e ghermisce, osservare. Creare bolle di spazio nei propri pomeriggi, con le mani nell’acquaio preparando anche una cena, momenti del giorno in cui pensare a ciò che ha preceduto e succederà.
Ma è necessario fare tutto per stringere qualcosa tra le mani?