Alcune settimane fa, grazie all’invito di un caro amico che aveva a disposizione due biglietti omaggio, sono andata a vedere la Thai Boxe all’Ariake Colosseum.
Ariake 有明 e’ una delle zone “nuove” di Tokyo in cui ho l’impressione che, a meno che non si abbia uno scopo ben preciso, raramente si vada a passeggiare.
E’ piena di palazzoni fitti fitti di appartamenti e di edifici che hanno un che di futuristico.
Mentre ci affrettavamo verso il Colosseum, dove si sarebbero tenuti gli incontri, ha iniziato a cadere la pioggia e il cielo si e’ fatto mano a mano piu’ scuro.
Una volta ad un simile invito avrei risposto:
“no grazie”
“scusa ma mi impressiono”
“a me la violenza non piace”
“la boxe e’ solo darsi pugni” ecc.
Per la stessa ragione per cui ho imparato a guardare con piu’ attenzione e ammirazione i lavori degli altri, questa volta non mi sono tirata indietro.
Ed ho fatto bene.
Perchè ho avvertito tanta passione nelle movenze degli atleti, mentre la musica scorreva in sottofondo e loro continuavano a danzare sul ring.
Ci sono vite dietro ad ogni scelta. Ed uno sport portato ai massimi livelli è una scelta. Un lavoro a tempo pieno. E merita rispetto.
Ed è persino un piacere guardarli. Perchè il dolore ed i calci sono calcolati, e fanno parte del “gioco”.
Le luci di scena che scendono oblique dall’alto.
Un calcio appena assestato.
Uno che è pronto a partire.
Insonne mi rigiro nel letto. Esco dal letto.
Domattina la sveglia è alle sei.
Temo stanchezza. Ma sarà ancora vacanza, questa volta con Ryosuke, con l’8. Con il mio tutto.
Arriviamo Trieste, arriviamo Verona. Milano, Cernobbio!